Franchigia è una parola molto ricorrente nel vocabolario delle assicurazioni. Ma cosa significa di preciso? Ne esiste un solo tipo? E quanto incide sul costo totale di una polizza? Ecco quello che devi sapere.
La franchigia nelle assicurazioni: significato
Con il termine franchigia si intende la quota di un danno – solitamente espressa in un importo fisso compreso fra i 500 e i 2000 euro (più di rado in percentuale) – che rimane a carico dell’assicurato: quel limite al di sotto del quale la compagnia assicurativa non riconosce alcun indennizzo o rimborso al proprio cliente sinistrato.
È importante valutare il “peso” della franchigia quando si sceglie un contratto assicurativo (che sia facoltativo od obbligatorio), poiché è un elemento che ne determina la maggiore o minore vantaggiosità. Se, infatti, una franchigia alta può risultare più gravosa da pagare nella malaugurata ipotesi che si verifichi il sinistro, permette però un risparmio considerevole sul premio della polizza.
Assicurazione senza franchigia: cosa significa
Accanto alle polizze con franchigia, l’universo delle assicurazioni prevede anche contratti senza franchigia o – come si suole chiamarli in gergo – i cosiddetti sistemi bonus/malus puri (tipici della RCA).
Ciò significa che, in caso di denuncia di sinistro, la compagnia assicuratrice sarà tenuta al rimborso totale dell’intera cifra risarcibile; ma allo stesso tempo, tale eventualità determina inevitabilmente un aumento del premio da pagare, e un declassamento del soggetto assicurato. I consumatori che optano per tale formula vengono infatti assegnati a una delle 18 classi di rischio, a seconda che il loro “curriculum” o profilo di assicurati sia, in ordine crescente, più o meno virtuoso. E vanno incontro, di anno in anno, a un miglioramento o a un peggioramento della propria posizione iniziale in base alla condotta tenuta.
Anche se le assicurazioni senza franchigia stanno via via cedendo il passo alle polizze con franchigia o ai sistemi bonus/malus misti*, queste continuano tuttavia a rappresentare una soluzione appetibile per coloro che si considerano poco “sinistrosi”, come ad esempio gli automobilisti che sono soliti percorrere brevi distanze.
Franchigia assoluta o relativa?
Tornando infine alla franchigia, bisogna specificare che ne esistono 2 tipi: la franchigia assoluta e quella relativa. Con la prima, qualora il danno liquidato sia superiore al tetto di franchigia pattuito nel contratto, la compagnia assicuratrice dovrà rimborsare al cliente una somma pari alla differenza fra danno totale e franchigia. Esempi:
- Franchigia di 500 euro e danno di 400 euro; Rimborso previsto = 0 euro
- Franchigia di 500 euro e danno di 600 euro; Rimborso previsto = 100 euro
Nei contratti con franchigia relativa, invece, se il danno liquidato è superiore all’importo della franchigia (di poco o di molto), l’assicuratrice sarà tenuta a pagarlo per intero.
Esempi:
- Franchigia di 500 euro e danno di 400 euro; Rimborso previsto = 0 euro
- Franchigia di 500 euro e danno di 600 euro; Rimborso previsto = 600 euro
Le polizze con franchigia assoluta sono di solito più risparmiose delle altre in fase di stipula.
*Quelli in cui, accanto alla dinamica della condotta “buona” o “cattiva”, è anche contemplata una somma non risarcibile.